Heineken, colosso multinazionale della birra e leader di mercato in Italia con una quota intorno al 30%, ha annunciato 93 esuberi nel nostro paese. La decisone fa parte di un piano di riorganizzazione mondiale varato lo scorso 28 ottobre in occasione della rendicontazione del terzo trimestre, piano che prevede un taglio dei costi del personale del 20% a fronte del crollo delle vendite del canale Horeca.
Gli esuberi, al momento solo teorici dato il Decreto blocca licenziamenti in vigore per l’emergenza Covid, riguarderanno sia il quartier generale di Sesto San Giovanni (MI), con 46 lavoratori interessati, che i quattro stabilimenti produttivi del gruppo – Comun Nuovo (BG), Pollein (AO), Massafra (TA) e Assemini (CA) – in cui verranno avviati piani di esternalizzazione di alcune attività.
LA POSIZIONE DEI SINDACATI
Immediata la reazione delle principali sigle sindacali, che hanno incontrato il Gruppo Heineken lo scorso 24 novembre. “L’azienda – hanno dichiarato Fai-Cisl, Flai-Cgil, Uila-Uil in una nota congiunta – ci ha annunciato una riorganizzazione del gruppo a livello mondo che per l’Italia significa un piano di 93 esuberi e un progetto di terziarizzazione su tutti e quattro gli stabilimenti”.
“L’annuncio di Heineken è inaccettabile – prosegue la nota – ancor più in un momento storico e straordinario come quello che stiamo vivendo, legato ad un’emergenza sanitaria senza precedenti. Da subito abbiamo dichiarato la nostra contrarietà e stigmatizzato come un’azienda di questo livello scelga di mettere in campo come unica soluzione per essere più competitiva e per rimanere leader del settore, gli esuberi”.
“Le difficoltà e il raggiungimento degli obiettivi che si pone una grande multinazionale, ancora una volta ricadono sui lavoratori. Il confronto – conclude la nota – è stato aggiornato per il prossimo 3 dicembre con l’intento di individuare soluzioni volte a tutelare i lavoratori”.
Heineken Italia, filiale italiana del noto gruppo olandese, produce nei quattro stabilimenti oltre 5,7 milioni di ettolitri di birra all’anno, commercializzati coi vari marchi del gruppo come le note Ichnusa, Dreher, Birra Missina e Birra Moretti.
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